Weekly Playlist N.43 (2019)

 

Oltre a fornirvi senza alcuna sosta i più grandi successi di ieri e di oggi, quest’anno le playlist a firma Pagan Storm Webzine vi hanno prima salvato dalle trappole sentimentali di San Valentino e poi allontanato dalle solite sparate che sentiamo da ambo le parti ogni 25 aprile (con alcuni abbiamo però fallito, e ora queste anime in pena lanciano accuse ai Deströyer 666 salvo poi tornarsene soddisfatti ad ascoltare i Motörhead). Potevamo quindi, da buoni amanti della musica più spooky sulla piazza, perderci il giorno di Halloween (o come, legittimamente e più seriamente, preferiate chiamarlo) quale ottima occasione per far risuonare qualche nota maledetta tra un po’ di sano vandalismo di quartiere ed un paio di horror di quarta categoria in televisione?
In fondo ogni seduta spiritica di Ognissanti viene meglio con una colonna sonora adeguata, e se non vi riesce una chiacchierata diretta coi defunti potete sempre ripiegare su quella fatta e appena pubblicata con Ardraos, mente e corpo della premiata ditta francese Sühnopfer che è stato nostro piacere intervistare parlando del suo nuovissimo Hic Regnant Borbonii Manes” e della sempre attuale (ironicamente) influenza del medioevo nella musica estrema, concedendoci pure qualche gossip sui Peste Noire: proprio nella notte delle streghe facciamo allora rivivere i fantasmi di un tempo in cui certe superstizioni erano in grado di terrorizzare chiunque, proprio coma fanno ancora oggi le stilettate inferte dalla chitarra in “Pénitences Et Sorcelages”.
Alle inquietanti leggende su culti e maledizioni narrate con tanta maestria lirica e strumentale da Ardraos si oppone però la disperazione dell’uomo moderno messa in musica dai White Ward, autori dell’attuale disco della settimana Love Exchange Failure”; anche il nuovo lavoro degli ucraini è stato sezionato ed illustrato martedì in una corposa recensione tutta da leggere, mentre nella notte più spaventosa dell’anno ci ritroviamo a guardare negli occhi l’orrore della condizione umana ascoltando pezzi di bellezza come “No Cure For Pain”.
Ammirato una volta ancora un mosaico sonoro di tale raffinatezza, e saltato ancora una volta a piè pari il fastidioso trailer del fastidioso sequel di Shining che starà probabilmente ammorbando anche la vostra esperienza uditiva se non usate adblocker vari [momento Aranzulla: non vi è mai stata occasione di specificarlo ma va da sé che lo consigliamo fortemente per ascoltare le playlist non solo al meglio delle loro potenzialità, ma nel modo in cui sono ideate; rimediate qui o qui], si ritorna alle atmosfere macabre di ogni buon 31 ottobre grazie a ben sei singoli estratti come anteprime ed inseriti in playlist per iniziare ad introdurvi alle più ghiotte uscite che questo lauto 2019 ha ancora da offrire: continua ad esempio senza interruzione alcuna la striscia di mini-album da non farsi scappare per nessun motivo, rimpinguata a partire dal 15 novembre con l’uscita di Us D’r Höll Chunnt Nume Zyt”, EP d’esordio dei newcomers svizzeri Ateiggär: la coltre di mistero che attornia l’ennesima creatura elvetica degna di nota ha permesso alla promettente anteprima “En Blinde Namens Duracotus” di suonare ancora più feroce ed avvincente, convincendo noi scribacchini a sottoporla alla vostra più completa attenzione; e sempre dalla nazione neutrale per eccellenza arriva un’altra schizzata d’acido in faccia, gettata da certi loschi individui che già a gennaio ci avevano fatto capire che da quelle parti tira una gran brutta aria; dopo aver infettato le nostre anime col pestifero Gloomy Blues dei Grusig, Grüsu e Gruäbähung sembrano volercele traviare per sempre con la proposta più ortodossa ma non meno terrificante del loro nuovo progetto Chimæra, la cui opera prima Of Occult Signs And War” è stata anticipata dal rilascio della nerissima opener “The Chalice Of Sins”. Rimane però ignota la data di uscita, sia per gli ultimi rossocrociati e sia per il nostro latinos di fiducia Yahualcuauhli Eztli: l’identitario messicano dal passaporto californiano ha infatti finalmente messo insieme i pezzi per un terzo capitolo della sua one-man band Maquahuitl, e in attesa di sentire per intero questo At The Altar Of Mictlampa” conviene stuzzicarsi a dovere l’appetito con “Piercing Arrows Of Unseen Hands”. La situazione si farà leggermente meno insidiosa con l’arrivo dell’inverno, che vedrà tra le altre cose il ritorno dopo due anni di due riveriti act del panorama Black più atmosferico a dir poco attesi su questi lidi: dai verdi prati d’Inghilterra i Fen si sono fatti sentire con “Nebula”, estratto dal nuovo disco The Dead Light” in uscita il 6 dicembre, mentre gli svedesi Ofdrykkja col singolo “The Swan” ci fanno attendere con ancor più ardente desiderio il rilascio del loro prossimo album Gryningsvisor” questo 29 novembre.
In chiusura di playlist e di questa sarabanda di aggiornamenti discografici abbiamo in realtà un’uscita già disponibile da ormai una settimana, ma che chi dice di amare il caos in musica dovrebbe aver già ferocemente divorato (ammesso che gli avanzi del tempo tra un lavoro in nero e un’elemosina alla ricerca di fondi per gli economici early bird limited ticket dei Revenge); il sole cocente della Spagna riprende ad ustionarci il cervello senza pietà, mentre i Teitanblood ci mostrano la loro concezione di Inferno con la title-track del loro ultimo nato The Baneful Choir”.
Ma come ad ogni Halloween i vivi lasciano qualche leccornia atta a compiacere i visitatori dall’Aldilà, così la redazione di Pagan Storm Webzine si è attrezzata con un paio di anniversari abbastanza recenti ma di eccezionale levatura per lasciare pienamente soddisfatti i padiglioni dei devoti lettori, cominciando con un classico assoluto del Folk est-europeo chiamato Goi, Rode, Goi!” che dieci anni tondi fa portò i russi Arkona ad un livello tecnico e compositivo cui pochi gruppi loro conterranei e nel loro genere potevano anche solo ambire: il Samhain inizia, e mentre i tuoni in lontananza segnalano l’arrivo di forze ultraterrene nel nostro mondo ecco allora rimbombare con violenza l’iconica title-track. Quindici autunni si contano invece dal rilascio di Kraft”, folgorante opera prima dei norvegesi Vreid che ne testimonia ancora oggi tutta la fame di riscatto e gloria dopo la fine dei Windir; all’arcana magnificenza dipinta da Masha e compari si sostituiscono quindi l’ira e la disperazione dei trapassati capeggiati da sua maestà Valfar, che rivivono nella musica dei suoi vecchi compagni abbandonandosi alle scorribande di Ognissanti, mentre la malignità che sgorga dal riff portante di “Raped By Light” prende per una notte il sopravvento su tutto mentre risuona nella playlist.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

 

 

1. White Ward“No Cure For Pain” (from Love Exchange Failure”, Debemur Morti Productions 2019)

2. Ateiggär“En Blinde Namens Duracotus” (from Us D’r Höll Chunnt Nume Zyt (EP)”, Eisenwald Tonschmiede 2019)

3. Arkona“Goi, Rode, Goi!” (from Goi, Rode, Goi!”, Napalm Records 2009)

4. Sühnopfer“Pénitences Et Sorcelages” (from Hic Regnant Borbonii Manes”, Debemur Morti Productions 2019)

5. Maquahuitl“Piercing Arrows Of Unseen Hands” (from At The Altar Of Mictlampa”, Darker Than Black Records 2019)

6. Fen“Nebula” (from The Dead Light”, Prophecy Productions 2019)

7. Vreid“Raped By Light” (from Kraft”, Tabu Recordings 2004)

8. Ofdrykkja“The Swan” (from Gryningsvisor”, Art Of Propaganda Records 2019)

9. Chimæra“The Chalice Of Sins” (from Of Occult Signs And War”, Thanatoskult Records 2019)

10. Teitanblood“The Baneful Choir” (from The Baneful Choir”, Norma Evangelium Diaboli 2019)

Michele “Ordog” Finelli

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